
Martina Franca – Nelle campagne di contrada Grava, a ridosso della Riserva naturale del Bosco delle Pianelle, è in fase avanzata un intervento agricolo già autorizzato che ha riacceso il dibattito sul futuro del territorio. Il progetto – promosso da una Società Agricola estera – riguarda la coltivazione, trasformazione e valorizzazione di erbe officinali su circa 34 ettari di superficie agricola.
Sembrerebbe che l’intervento sia stato autorizzato a 20 settembre 2024, al termine di una conferenza di servizi che ha coinvolto oltre 30 enti pubblici, tra cui Regione Puglia, Provincia di Taranto, Comune di Martina Franca, Soprintendenza e uffici paesaggistici. Le osservazioni paesaggistiche espresse in fase istruttoria sono state recepite e integrate nel progetto esecutivo.
La lettera dell’ex sindaco e le critiche emerse
Il progetto è entrato nel dibattito pubblico solo negli ultimi giorni, dopo la pubblicazione di una lettera aperta da parte di Franco Ancona, ex sindaco di Martina Franca. Nel testo, si esprimono riserve sull’impatto ambientale dell’intervento e sulla sua localizzazione. Si mette in dubbio la scelta di realizzare nuove strutture, invece di riutilizzare l’antica masseria Piovacqua, e si suggerisce che l’iniziativa avrebbe potuto trovare spazio in aree già designate allo sviluppo, come quelle industriali vicine a via Mottola.
Un’agricoltura innovativa, non un resort
Secondo indiscrezioni, il progetto non prevede attività turistiche o ricettive, ma punta a creare una fattoria agricola moderna e sostenibile, con una produzione orientata alla qualità biologica e alla valorizzazione dei terreni. Va fatto presente che l’area interessata risultava da tempo in stato di abbandono agricolo, e l’intervento punta a riportarla a una funzione produttiva. Le colture saranno destinate ai settori alimentare, cosmetico e farmaceutico.
Gli edifici avranno altezza massima di 4 metri e saranno interamente rivestiti con vegetazione rampicante, come richiesto dalla Soprintendenza per integrarsi nel contesto paesaggistico. La masseria Piovacqua, chiusa da oltre quarant’anni, sarà oggetto di restauro conservativo, senza essere destinata a usi produttivi, nel rispetto della sua identità storica.
Tutela dell’identità storica e approvvigionamento idrico
La scelta di non destinare la masseria storica a funzioni produttive sarebbe motivata dalla volontà di preservarne il valore architettonico. La struttura – chiusa da oltre quarant’anni – dovrebbe essere interessata da un intervento di restauro conservativo, finalizzato a restituirla, in forma autentica, al paesaggio martinese.
Il progetto comprende anche la realizzazione di un pozzo privato per uso irriguo, regolarmente autorizzato. Come ha scritto l’ex sindaco Franco Ancona nella sua lettera:
«Il progetto assentito a favore della società richiedente prevede la perforazione di un nuovo pozzo per l’emungimento delle acque dalla falda posta a 458 metri di profondità (come da relazione agronomica), per soddisfare la previsione di un fabbisogno annuo di 54.850 metri cubi di acqua.»
Nello stesso intervento, Ancona ha sollevato perplessità in merito all’assenza di un’infrastruttura pubblica a servizio delle aziende agricole della zona.
Casa Gialla: il confronto con l’esistente
Alcune voci fanno notare che, a livello di impatto visivo, il nuovo insediamento agricolo appare meno invasivo rispetto ad altre costruzioni già presenti nei pressi del Parco delle Pianelle. Tra queste, la cosiddetta “Casa Gialla”, una struttura esistente adibita a foresteria.
In questa prospettiva, l’intervento in corso a Piovacqua – per caratteristiche architettoniche e inserimento paesaggistico – potrebbe risultare meno impattante, pur trattandosi di una nuova iniziativa edilizia in zona agricola.
Una svolta dopo anni di freni
Il progetto di Piovacqua riporta l’attenzione anche su un tema più ampio: negli ultimi anni, diversi imprenditori locali hanno incontrato difficoltà nell’avviare iniziative produttive sul territorio di Martina Franca, anche a causa di iter burocratici considerati complessi o vincoli ritenuti troppo rigidi. In più di un caso, si è preferito investire in comuni limitrofi, dove le condizioni amministrative sono state percepite come più favorevoli, con una conseguente perdita di opportunità economiche e occupazionali per la città.
L’intervento oggi in corso, approvato e già operativo, segna una netta discontinuità rispetto al passato. E riapre una domanda legittima: Martina Franca è pronta ad accogliere uno sviluppo agricolo sostenibile, capace di rispettare il paesaggio e allo stesso tempo generare nuova impresa?